Suona l’ultima sirena per Jack: il “Ministro della difesa” si ritira

La fine di un’epoca.
Giacomo Devecchi ammaina la bandiera dopo oltre vent’anni di basket ad altissimi livelli. Il cestista graffignanino classe 1985 ha annunciato il suo addio: resterà nella dirigenza della sua amata Dinamo Sassari, la squadra di cui è stato a lungo capitano e con cui ha vinto lo scudetto 2015, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane e la Fiba Europe Cup.
Con il cugino Danilo giocava nel cortile di casa, prima di entrare ufficialmente nel circuito della palla a spicchi con la maglia del Borghetto Lodigiano e del Basket Lodi. Da lì il grande salto nell’Olimpia, poi Montegranaro e infine Sassari e la Sardegna, la sua casa dal 2006.
Diciassette stagioni consecutive sull’isola, oltre 800 partite disputate, 6 trofei, due dei quali alzati da capitano.
Rimane solo il piccolo rimpianto di non aver vestito la maglia della Nazionale e di non aver partecipato a un’Olimpiade.
La società l’ha salutato con parole al miele: «La carriera di Jack è stata straordinaria. Lo è stato il modo in cui ha sempre interpretato il suo ruolo, il modo in cui ha fatto capire a chi arrivasse in Dinamo, i valori di questo club, dentro e fuori dal campo».
Ironia della sorte, l’ultima sirena della sua carriera è suonata contro l’Olimpia Milano, la squadra in cui ha esordito.
Nella conferenza stampa organizzata per ufficializzare la sua scelta, Jack ha ricordato con piacere i momenti migliori della carriera:«Ho preso questa decisione con il sorriso sulle labbra. Mai avrei immaginato di poter raggiungere tanti risultati e tante soddisfazioni soprattutto con questa maglia. Una volta arrivato a Sassari posso dire di essere arrivato al top in Italia e anche in Europa. Da bambino guardavo in televisione i grandi campioni che vincevano coppe e scudetti e sognavo di diventare come loro. Sono veramente grato a tutti per questo fantastico viaggio». In conclusione ha ringraziato compagni, allenatori e dirigenti che l’hanno accompagnato in questo lungo percorso, così come l’adorata famiglia che non ha mai smesso di supportarlo.
Un’altra leggenda dello sport graffignanino saluta il campo ma verrà ricordato per la tenacia, la correttezza e l’amore nei confronti del popolo sassarese.